Macchia d’Isernia

Storia, Territorio ed Eventi

CENNI STORICI

Il nome di origine medievale, Macchia Saracena, ricorda le incursioni dei saraceni che nel sec. X si stabilirono in questa località considerandola luogo di sacro rifugio. Poichè, però, di saraceno a Macchia non vi è nulla, l’altra ipotesi etimologica ci riconduce all’epoca sannitica: su antichi carteggi medievali è menzionato il nome Maccla Saracina.
Nel III° sec. a.C. (all’epoca della costruzione della via Latina) il paese doveva essere costituito da poche case coloniche edificate a ridosso dell’unico rilievo roccioso esistente nell’assolata ed ampia pianura: questa collina rappresentò, attraverso i secoli ed in diversi periodi storici, il miglior luogo di controllo dell’intero territorio settentrionale del matese, nonchè l’avamposto principale a guardia del territorio di Isernia.
Situata nel bel mezzo della via Latina, Macchia vide sorgere in epoca romana varie Taverne, luoghi di sosta e di ristoro per viandanti, tutte situate lungo la piana nella località detta ancor oggi “le Taverne”. Ce ne resta una testimonianza preziosa in un bassorilievo detto di Calidio Erotico oggi conservato al museo del Louvre a Parigi: era l’insegna di una osteria unica nel suo genere, in quanto l’oste aveva fatto scolpire una scena tipica a pubblicizzare offerte di prestazioni amorose insieme all’alloggio.
La più remota notizia di Macchia da noi conosciuta risale al 1269, quando l’università fu assegnata in feudo ad Amerigo de Sus, del quale è cenno nella monografia di Trivento nel II° volume. Ne furono successivamente titolari Amerigo de Sus figlio ed omonimo del precedente, e forse anche Amerigo de Sus primogenito del juniore, come si spiega nella monografia di Boiano.
Se non al terzo, certo al secondo Amerigo de Sus successe durante il regno di Roberto d’Angiò (1309-1343) Aldemario di Scalea per compra fattane; sennonchè la signoria di costui e della di lui discendenza non si protrasse oltre il 1343, nel quale anno l’università giaceva nel demanio regio. Roberto d’Angiò, infatti, nel 1343 assegnò Macchia in feudo ad Andrea d’Isernia, figlio di Landolfo ultimo della prole del grande feudista, di cui tessiamo la biografia nella monografia di Isernia.
Alla morte di Andrea di Isernia, Macchia passò in feudo alla famiglia di Sabran comitale di Agnone, della quale tratteggiamo le vicende nella monografia di Pescopennataro.
Dal 1464 al 1519 Macchia ebbe vicende feudali e signorie identiche a quelle di Monteroduni. Nel 1519 Carlo V imperatore diede in feudo Macchia al suo fedelissimo consigliere Guglielmo de Croy Marchese d’Arescot, di nazionalità francese, del quale è cenno nella monografia di Isernia. In successione di costui Macchia divenne feudo, probabilmente della famiglia Frezza; e diciamo probabilmente non in relazione alla signoria della stessa sul luogo, sibbene in ordine al tempo, che non viene indicato dal Candida Gonzaga (305). Dei Frezza possono leggersi i ragguagli nobiliari nella monografia di Sessano.
Nella seconda metà del secolo XVI° era baronale di Macchia la famiglia De Maria, le cui origini e vicende ne sono perfettamente ignote. Nel 1586 era titolare Luigi de Maria.
Luigi della Marra fu successore di Giovan Donato, Giovambattista successe a Luigi, e non avendo prole, ma essendo oberato di obligazioni, donò il feudo al proprio fratello Ferrante duca della Guardia.
Giovambattista morì nel febbraio 1630. I suoi creditori chiesero ed ottennero che il feudo fosse esposto in vendita all’asta pubblica, e Macchia Saracena fu venduta nel 1638.
Nel 1811 Macchia fu assegnata al distretto di Isernia. Probabilmente nel 1848 fu elevata a Comune autonomo. Nel 1861 fu colleggio elettorale di Isernia, dal 1881 fu collegio elettorale di Campobasso.

Come Raggiungerci

Nella Sezione Contatti la Mappa con le indicazioni

Da nord: percorrere l’autostrada Adriatica A14, uscire al casello di Montenero di Bisaccia/Vasto Sud/San Salvo, immettersi sulla SS 650 (Fondo Valle Trigno) in direzione di Isernia, attraversare Isernia, continuare sulla SS 17, prendere la SS 85 in direzione di Venafro, svoltare sulla SP 24 in direzione di Macchia d’Isernia;
da sud: percorrere l’autostrada Adriatica A14, seguire la direzione Pescara, continuare sull’autostrada A16, seguire la direzione Benevento, a Benevento continuare sulla SS 88, uscire a Campobasso, prendere la SS 87 (strada statale Bifernina) in direzione di Campobasso/Isernia, continuare sulla SS 17, prendere la SS 85 in direzione di Venafro, svoltare sulla SP 24 in direzione di Macchia d’Isernia;
da Isernia: percorrere la SS 85, svoltare sulla SP 24 in direzione di Macchia d’Isernia;
da Campobasso: percorrere la SS 87 (strada statale Bifernina), in prossimità di Vinchiaturo prendere la SS 17, proseguire sulla SS 85 in direzione di Venafro, svoltare sulla SP 24 in direzione di Macchia d’Isernia.

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